Ho toccato il fondo
Lei che mi ha dato la vita mi supplica, mi chiede perfavore di uccidermi
Calma come se stesse chiedendomi di passarle il sale
Dopo che ho sentito queste parole, da quando le sono uscite di bocca la mia vita non ha più un senso, nemmeno quel poco che ne era rimasto
Tutto quello che posso dirle è va bene
Va bene mamma, stasera Virginia all'età di 17 anni morirà
Prenderò tanta di quell'eroina in vena da morirci
Te lo prometto
sabato 29 ottobre 2011
domenica 23 ottobre 2011
Gioventù bruciata
Siamo fregati, spacciati, fottuti.
Siamo la generazione che il sabato sera se non trova l'md va in paranoia.
Siamo la generazione della fame chimica e delle notti brave.
Siamo la generazione senza più moralità: faccio quello che voglio IO, decido IO, le regole le stabilisco IO.
Anarchia più totale.
Non esiste il bene e il male, il giusto o sbagliato, le cose da fare o da evitare.
Siamo così vuoti dentro tanto quanto siamo pieni di cose inutili fuori: trucchi, soldi, vestiti firmati, macchine belle.
Crediamo di essere felici ma non lo siamo affatto, siamo la generazione più triste che sia mai esistita.
I nostri discorsi sono: sesso, droga, droga, sesso.
Ci crediamo onnipotenti, invincibili, fortissimi; non lo siamo.
Giochiamo con le nostre vite talmente ci fanno schifo; diciamo di farlo perché sappiamo di vincere, ma non è così. Siamo insoddisfatti, infelici, mancanti di qualcosa.
Non conosciamo l'amore nè vogliamo conoscerlo: è da sfigati, noi abbiamo altro: droga, soldi, ragazzi e ragazze bellissimi per una scopata e via.
Non abbiamo limiti, quelli che ci diamo li superiamo fregandocene.
Soffriamo e ce ne vergognamo; nascondiamo il nostro dolore dietro ad una striscia di cocaina o ad una pastiglietta sorridente.
Non abbiamo valori, obiettivi o sogni.
Siamo come delle uova svuotate: è rimasto solo il guscio che, fragilissimo, è pronto a rompersi in mille pezzi.
So che devo fermarmi ma non riesco, non posso, non voglio.
Siamo la generazione che il sabato sera se non trova l'md va in paranoia.
Siamo la generazione della fame chimica e delle notti brave.
Siamo la generazione senza più moralità: faccio quello che voglio IO, decido IO, le regole le stabilisco IO.
Anarchia più totale.
Non esiste il bene e il male, il giusto o sbagliato, le cose da fare o da evitare.
Siamo così vuoti dentro tanto quanto siamo pieni di cose inutili fuori: trucchi, soldi, vestiti firmati, macchine belle.
Crediamo di essere felici ma non lo siamo affatto, siamo la generazione più triste che sia mai esistita.
I nostri discorsi sono: sesso, droga, droga, sesso.
Ci crediamo onnipotenti, invincibili, fortissimi; non lo siamo.
Giochiamo con le nostre vite talmente ci fanno schifo; diciamo di farlo perché sappiamo di vincere, ma non è così. Siamo insoddisfatti, infelici, mancanti di qualcosa.
Non conosciamo l'amore nè vogliamo conoscerlo: è da sfigati, noi abbiamo altro: droga, soldi, ragazzi e ragazze bellissimi per una scopata e via.
Non abbiamo limiti, quelli che ci diamo li superiamo fregandocene.
Soffriamo e ce ne vergognamo; nascondiamo il nostro dolore dietro ad una striscia di cocaina o ad una pastiglietta sorridente.
Non abbiamo valori, obiettivi o sogni.
Siamo come delle uova svuotate: è rimasto solo il guscio che, fragilissimo, è pronto a rompersi in mille pezzi.
So che devo fermarmi ma non riesco, non posso, non voglio.
domenica 9 ottobre 2011
Benvenuta nel tunnel della droga Virginia, il viaggio sarà sicuramente uno spasso. Non è garantito il ritorno, però.
Ormai va così, ogni giorno è uguale all'altro.
Mi sveglio, mi trucco, esco di casa, mi fumo una canna prima di entrare in classe, ne fumo un'altra all'intervallo, un'altra all'uscita e un numero indefinito il pomeriggio e la sera.
Il weekend vado a ballare, mi ammazzo di canne e a seconda della serata scelgo se:
- pippare cocaina
- pippare md
- bere md
- devastarmi di keta
Il giorno dopo sto ovviamente una merda, depressa, stanca e incazzata cime pochi, ma il sabato seguente si ripete la stessa storia.
Ci lascerò le penne? Onestamente non ne ne importa così tanto da smettere.
Mi rovino con le mie mani, come sempre.
Ma questa volta amo rovinarmi, non ho mai sofferto così bene
Mi sveglio, mi trucco, esco di casa, mi fumo una canna prima di entrare in classe, ne fumo un'altra all'intervallo, un'altra all'uscita e un numero indefinito il pomeriggio e la sera.
Il weekend vado a ballare, mi ammazzo di canne e a seconda della serata scelgo se:
- pippare cocaina
- pippare md
- bere md
- devastarmi di keta
Il giorno dopo sto ovviamente una merda, depressa, stanca e incazzata cime pochi, ma il sabato seguente si ripete la stessa storia.
Ci lascerò le penne? Onestamente non ne ne importa così tanto da smettere.
Mi rovino con le mie mani, come sempre.
Ma questa volta amo rovinarmi, non ho mai sofferto così bene
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