venerdì 13 maggio 2011

la ragazza della metro

Era una ragazza dura, una di quelle con le palle, una tosta l'avrei definita.
Camminava sempre con la testa alta, lo sguardo era freddo, il passo veloce, la bocca all'ingiù. Incuteva timore.
La incontravo tutte la mattine in metropolitana, lei saliva alla fermata dopo la mia e mi si sedeva di fronte. Mi guardava un attimo e poi toglieva lo sguardo, come se non fossi abbastanza per essere anche solo osservata da lei. Mi faceva sentire sempre una schifezza.
Ma chi lo sapeva quello che succedeva dentro a quel corpo taglia 40?
Chi sapeva cosa succedeva a casa sua?
Di certo non immaginavo che fosse timida, che si vergognasse del suo naso un po' aquilino, che non riusciva a guardare le sue gambe fasciate nei jeans, che provava invidia per i miei capelli mossi lei che li aveva piatti e lisci come spaghetti.
Di certo non sapevo che accompagnata dalla sua pseudo-Vuitton tutte le sere tornava nella sua micro casa di quel famoso quartiere popolare dove trovava il papà ubriaco sul divano, che abusava di lei e dopo la chiudeva fuori sul pianerottolo.

Non sapevo (e ancora non so tante cose), eppure mi permettevo di giudicarla...

1 commento:

  1. Chi sta bene con se stesso/a non deve indossare una maschera, atteggiandosi con una forzatura. Chi sta bene, è naturale, tranquillo, non sprezzante. Mi dispiace molto per quello che accade a questa ragazza.

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